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Jonathan Haidt- LA GENERAZIONE ANSIOSA, Ed. Rizzoli, Milano, 2024.
recensione di Marco Macciò
Exergo: "La generazione Z è diventata la prima nella storia ad attraversare la pubertà con un telefono portatile in tasca che li ha allontanati dalle persone vicine e li ha portati in un universo alternativo eccitante, coinvolgente, instabile e – come dimostrerò – inadatto a bambini e adolescenti" (Haidt, p. 19). “I bambini sotto i due anni passano già oltre tre ore al giorno di fronte allobsmartphone” (Elena Dal Pra, in Doppiozero).
Il libro (di 400 pagine) ha suscitato in Italia grande interesse prim’ancora che comparisse la sua traduzione, presumibilmente perchè la sua tesi, espressa qui sopra nell’exergo, era condivisa da molti e vi era attesa di un libro che argomentasse anche in base ai dati della psicologia sociale. L’autore è uno psicologo sociale americano che in precedenza ha scritto, tra l’altro, un libro sulla felicità. Questa presentazione non darà conto dell’ultima parte del libro, la quale presenta un tema assai delicato che merita una considerazione a parte, dedicata alle contromisure che sarebbe necessario genitori, scuola, governo e le stesse aziende responsabili intraprendessero per correggere gli effetti devastanti della dipendenza dal cellulare.
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Vincitrice Premio Gradiva Comune di Lavarone 2025
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Vincitrice Premio Gradiva Comune di Lavarone 2025 〰️
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Maria Luisa Algini - VIAGGIARE L’ETA’ TARDA. Sul valore della caducità Ed. Mimesis, Milano, 2024, pagg. 144, € 13 (recensione di Andreina Cerletti)
La metafora del viaggio è congeniale all’autrice, fin dal suo bellissimo libro del 2003 “Il viaggio coi bambini nella psicoterapia”, prefazione di Dina Vallino (3° ed. 2024). A proposito dell’età tarda le è venuta alla mente nel suo viaggio in Australia dove, proprio all’inizio, in un momento che definisce di “spaesamento conturbante”, si accorge che i compagni di viaggio e lei stessa sono tutti avanti negli anni. L’Australia, anche per la sua lontananza, le appare propriamente un altrove; tra l’altro è un continente che, per i forzati inglesi del ‘700 ivi deportati, costituiva un luogo senza ritorno dove sopravvivere fino alla morte. L’Australia si presta secondo lei, a rappresentare “quel continente ostico mai esplorato che è l’età avanzata in cui ci si trova catapultati non per un viaggio desiderato e volontario, ma per il fatto stesso, non scontato, di aver potuto vivere fino a quel momento”. L’Australia poi l’ha catturata, le si è rivelata una terra speciale, unica, sia dal punto di vista naturale che culturale. E ha pensato: l’età finale della vita non potrebbe essere un ‘altrove’ altrettanto speciale?
Repubblica, venerdì 24 novembre 2023: Massimo Ammaniti: “Il patriarcato non c‘entra”.
La caratteristica principale dell’articolo di Ammaniti sembra essere quella di contrapporsi alla corrente principale seguita dai vari commentatori, i quali si attengono a una idea che si è immediatamente imposta e la cui fonte mi rimane oscura: all’origine di ogni femminicidio ci sarebbe la cultura patriarcale. Ammaniti invece chiama in causa la cultura che si è formata in opposizione a quella patriarcale, della quale descrive alcune coordinate: la legge dei padri sanciva la superiorità maschile e la divisione dei ruoli: il padre doveva provvedere al sostentamento economico e la madre era costretta ad occuparsi della casa e dell’allevamento dei figli. Inoltre la famiglia aveva numerosi figli ed era allargata a comprendere nonni e numerosi cugini. Il padre possedeva l’azienda (agricola o artigianale) e le attività lavorative, anche nella burocrazia statale, venivano spesso trasmesse alle generazioni successive.